Hanchi e il ladro sensibile
Maicol & Mirco
La Galleria Nazionale delle Marche
Urbino
Volume 5
Sinossi

Hanchi e il ladro sensibile è la storia a fumetti che Maicol & Mirco hanno ambientato nella Galleria Nazionale delle Marche.

Pinchi, con questo caldo, voleva andarsene in spiaggia. Hanchi invece l’ha convinta a cambiare idea: in un museo non ci si scotta e le cose da vedere sono mille. Guarda la luce che squarcia il cielo in quel dipinto, e il buio buissimo sullo sfondo… Ma forse le onde del mare sono arrivate fino a lì, il pavimento è una grande pozzanghera e presto sarà allagato. Il custode dice “Mettetevi in salvo”, ma… di chi sono quegli snif nello sgabuzzino? Del resto, lo sanno anche i bambini: non bisogna mai piangere sull’arte versata.

Volume 5
La Galleria Nazionale delle Marche

Il Palazzo Ducale fu costruito per un famoso guerriero: Federico da Montefeltro, Signore di Urbino. Grazie alle ricchezze guadagnate col suo mestiere di condottiero, Federico chiamò a lavorare i migliori artisti del tempo alla progettazione e alla costruzione di questa reggia, aiutato dalla costante presenza dell’amata moglie Battista Sforza e del suo braccio destro Ottaviano Ubaldini. Collocato nel cuore della città, il Palazzo fu insieme sede del governo, ‘fabbrica’ di cultura (grazie alla sua famosa Biblioteca) e luogo di rappresentanza per le visite degli ambasciatori di tutta Europa. Dal 1912 è sede della Galleria Nazionale delle Marche che racchiude preziose opere dei grandi artisti che hanno dato lustro alle Marche nel tempo.

Maicol & Mirco sono stati persino bimbi
Da piccini andavamo anche noi nei musei. Le guide ci dicevano ATTENTI! FATE PIANO! NON TOCCATE! E noi eravamo attenti, facevamo piano, e non toccavamo. Ora però siamo cresciuti e siamo diventati autori di fumetti famosi. Ora possiamo – essendo molto famosi – NON FARE ATTENZIONE! NON FARE PIANO! POSSIAMO TOCCARE! Ma noi facciamo lo stesso attenzione, facciamo lo stesso piano e non tocchiamo. Un museo è un museo e anche se siamo famosi dobbiamo rispettarlo.
AUTORE DI QUESTO FUMETTO
Maicol & Mirco
Sono gli autori de Gli Scarabocchi di Maicol & Mirco, una comica tragedia quotidiana che da Facebook si è evoluta nell’omonima raccolta, di cui ARGH è il primo volume dell’opera omnia. Hanno dato una famiglia a Dio con il loro Il papà di Dio (2017) e deliziato i bambini con Palla Rossa e Palla Blu (2016) e Palla Rossa e Palla Blu rotolano ancora (2019), tutti libri pubblicati da BAO Publishing. Per Coconino Press - Fandango hanno realizzato il primo vero fumetto rosa del mondo: Hanchi Pinchi e Panchi (2009), Gli Arcanoidi (2018) e L’Arcanoide (2019), due “mostruosi” libri gemelli. Maicol & Mirco vi seguono anche a scuola, dentro Smemoranda.
Le opere scelte
Ritratto di gentildonna detto “La Muta” (part.)
Raffaello Sanzio Un’elegantissima dama dall’aspetto calmo e un po’ triste: ecco perché la chiamano “Muta”. Ma chi sarà? Forse è Giovanna, figlia del Duca Federico, che era diventata Signora di Senigallia. Raffaello è il più grande artista nato a Urbino. Il suo precoce talento fu favorito dal suo papà, anche egli pittore alla corte del Duca Federico. Morì a soli 37 anni ma ebbe un grande successo e lavorò per i più importanti signori del tempo, anche per i papi!
La città ideale (part.)
Anonimo del XV secolo In questo prezioso dipinto si rappresenta la veduta di una piazza, con al centro un edificio circolare che assomiglia a un tempio antico e ai lati palazzi luminosi ed eleganti. Non è piacevole essere circondati da ordine, armonia e bellezza? Lo sconosciuto autore era forse un architetto al servizio del duca che usava la prospettiva: l’arte un po’ magica di far apparire la profondità in una superficie piatta, fu invenzione del Rinascimento.
Miracolo dell’ostia profanata (part.)
Paolo di Dono detto “Paolo Uccello” Si tratta di un antico dipinto diviso in riquadri: una narrazione per immagini che permetteva, a chi non sapeva leggere, di scoprire le vicende religiose. Con paesaggi notturni, sangue, angeli e demoni, il pittore dà vita a un’antica leggenda che parla di eventi storici e religiosi.
Alcova del duca (part.)
Bartolomeo Corradini detto “Fra Carnevale” L’Alcova è uno dei mobili originali del Palazzo: una grossa scatola di legno dipinto che ospitava il letto del duca. I suoi simboli e il suo stemma, ben visibili in alto, sono la prova che apparteneva a Federico. Questa gli permetteva di riposare al caldo e al riparo da sguardi indiscreti. Fu realizzata in occasione del suo matrimonio con Battista Sforza e gli alberi da frutto raffigurati erano di augurio per avere tanti figli.
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Luoghi della storia
1
Cortile d’onore 1
2
San Francesco riceve le stimmate 2
Federico Barocci
3
Madonna di Senigallia 3
Piero della Francesca
4
Studiolo del duca 4
Bottega dei Da Maiano
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