Hic è la storia a fumetti che Roberto Grossi ha ambientato nel Parco Archeologico del Colosseo.
Fermatevi semplicemente qui, davanti al monumento simbolo della Città eterna. Vedrete i turisti del presente e i viaggiatori del passato sistemarsi accanto alle rovine, sollevare la testa e liberare lo sguardo alla meraviglia. Ascolterete le urla epiche dei gladiatori e quelle colorite dei centurioni di oggi pronti a una foto ricordo. Da sempre la storia è passata da qui perché, citando Beda il Venerabile, “finché esisterà il Colosseo esisterà Roma, e finché ci sarà Roma esisterà anche il mondo”.
L’Anfiteatro Flavio
Roma deve alla lungimiranza dei tre imperatori della dinastia Flavia il suo simbolo: in meno di dieci anni fu realizzato il più grande anfiteatro del mondo antico, iniziato da Vespasiano nel 72 d.C., inaugurato da Tito nell’80 e completato infine da Domiziano. Agli spettacoli potevano assistere più di 50.000 spettatori. Travertino, tufo, marmo e mattoni furono utilizzati per realizzare un capolavoro dell’architettura e della propaganda imperiale: finanziato con il bottino della conquista di Gerusalemme del 70 d.C., fu eretto nella valle già espropriata da Nerone per costruire il lago artificiale della Domus Aurea, la sua sfarzosa abitazione. Dalla vicinanza alla colossale statua di Nerone posta nell’atrio della Domus deriva il nome con cui l’Anfiteatro è noto dal Medioevo: Colosseo.