Hic
Roberto Grossi
Il Parco Archeologico del Colosseo
Roma
Volume 22
Sinossi

Hic è la storia a fumetti che Roberto Grossi ha ambientato nel Parco Archeologico del Colosseo.

Fermatevi semplicemente qui, davanti al monumento simbolo della Città eterna. Vedrete i turisti del presente e i viaggiatori del passato sistemarsi accanto alle rovine, sollevare la testa e liberare lo sguardo alla meraviglia. Ascolterete le urla epiche dei gladiatori e quelle colorite dei centurioni di oggi pronti a una foto ricordo. Da sempre la storia è passata da qui perché, citando Beda il Venerabile, “finché esisterà il Colosseo esisterà Roma, e finché ci sarà Roma esisterà anche il mondo”.

Volume 22
Il Parco Archeologico del Colosseo

L’Anfiteatro Flavio

Roma deve alla lungimiranza dei tre imperatori della dinastia Flavia il suo simbolo: in meno di dieci anni fu realizzato il più grande anfiteatro del mondo antico, iniziato da Vespasiano nel 72 d.C., inaugurato da Tito nell’80 e completato infine da Domiziano. Agli spettacoli potevano assistere più di 50.000 spettatori. Travertino, tufo, marmo e mattoni furono utilizzati per realizzare un capolavoro dell’architettura e della propaganda imperiale: finanziato con il bottino della conquista di Gerusalemme del 70 d.C., fu eretto nella valle già espropriata da Nerone per costruire il lago artificiale della Domus Aurea, la sua sfarzosa abitazione. Dalla vicinanza alla colossale statua di Nerone posta nell’atrio della Domus deriva il nome con cui l’Anfiteatro è noto dal Medioevo: Colosseo.

La Storia non procede linearmente
Roma, anno 4018. Dopo lo scioglimento delle calotte polari e il grande terremoto del 2235, la città e il suo porto sono stati abbandonati. Rimangono numerosi resti degli edifici del XX secolo, che oggi vengono visitati da milioni di persone. Soprattutto il famoso bagno con bidet, preziosissimo reperto che testimonia ancora oggi la superiorità della cultura italica e del made in Italy. Fa discutere l’idea di tenere dei concerti nel fragilissimo teatro di Corviale, già gravemente minacciato dalle mareggiate. Roma, anno 2018. Fate due passi intorno al Colosseo, lungo la Via Sacra. Passate sotto l’Arco di Tito, salite sul Palatino e guardate. Tirate un sospiro di sollievo. Siete fortunati.
AUTORE DI QUESTO FUMETTO
Roberto Grossi
Architetto, illustratore, autore di fumetti, vive e lavora a Roma. Le sue opere sono apparse in diverse riviste e quotidiani, tra cui Pulp Comix, Blue, BlueDerive, Olis, Derive e Approdi, Gomorra, il manifesto, Animals e riviste-libro come Squame, B Comics e Galago in Svezia. È stato uno degli illustratori del quotidiano Liberazione e del settimanale Carta. Nel 2014 il suo primo libro come autore unico, 3boschi, ha ottenuto la “Menzione speciale autoproduzione” al Premio Cosmonauti del festival Tra le Nuvole. Il grande prato è il suo graphic novel pubblicato da Coconino Press - Fandango.
Le opere scelte
Reperti emersi dai sotterranei
Il Colosseo accolse spettacoli per quasi cinque secoli, dall’80 al 523 d.C. Il programma prevedeva al mattino le venationes, cacce tra animali, o tra uomini e animali, provenienti da ogni parte dell’Impero; seguivano le esecuzioni capitali e, nel pomeriggio, i combattimenti tra gladiatori. I giochi potevano durare mesi: nell’80 d.C. Tito inaugurò l’Anfiteatro con ben 100 giorni consecutivi di spettacoli.
Le mura dei sotteranei
A Domiziano si deve la costruzione in muratura dei sotterranei, un vero e proprio backstage posto sotto l’arena. Alla luce di torce e lucerne, centinaia di uomini dai compiti rigidamente assegnati sollevavano, grazie a un complesso sistema di argani, elevatori e pulegge, gli animali e gli apparati scenici sul piano in legno dell’arena, dotata di botole nascoste dalla sabbia.
La Porta Libitinaria
I due ingressi lungo l’asse maggiore dell’arena erano dedicati ai gladiatori, i veri protagonisti degli spettacoli. Osannati e sostenuti dalla folla, si affrontavano a coppie con equipaggiamenti differenti dopo anni di duro allenamento, per affidare al pubblico e al giudizio dell’imperatore la propria sorte. Per gli sconfitti l’obiettivo era non lasciare l’arena dalla Porta Libitinaria, destinata all’uscita di morti e feriti.
Particolare della cavea
I posti a sedere erano assegnati nella cavea in base al rango. Alla plebe erano destinate le sedute più vicine alla sommità, agli equites le mediane e ai senatori, con l’onore del nome inciso sul marmo, le gradinate più vicine all’arena. All’imperatore e alle vestali, insieme a figure di alto rango, erano riservati due palchi distinti lungo l’asse minore.
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