Metauros
Federico Manzone
Il Museo Archeologico Metauros
Gioia Tauro
Volume 42
Sinossi

Metauros è la storia a fumetti che Federico Manzone ha ambientato nel Museo Archeologico Nazionale Metauros di Gioia Tauro.

Tonino non sa proprio come fare. L’anziano custode ne ha visti di tipi strani, ma questi due li battono tutti. Sono entrati nel museo senza pagare il biglietto, dicono di chiamarsi Ermes e Pan e di essere due divinità… vanno in giro per le sale, frugano ovunque e hanno perfino rotto un’anfora. Se lo scopre la direttrice! I due, però, gli raccontano di avere una missione precisa. Devono ritrovare il famoso vaso di Pandora e recuperare qualcosa di molto importante: lo vuole Zeus in persona. Chissà se Tonino saprà aiutare gli antichi dei greci?

Volume 42
Il Museo Archeologico Metauros

Il Museo allestito presso Palazzo Baldari narra la storia di Métauros. La città fondata dal centro coloniale di Zancle, odierna Messina, ebbe un ruolo importante per gli scambi commerciali che dalla Grecia raggiungevano il sud ed il centro della nostra penisola, come documentato dalle diverse tipologie di reperti rinvenuti in occasione delle campagne di scavo fin qui condotte. Il percorso espositivo illustra le importanti scoperte fatte nell’area della grande necropoli utilizzata dagli abitanti di Métauros dal VII al V secolo a.C. e, dopo un periodo di abbandono, utilizzata nuovamente tra II e III secolo d.C., i cui corredi erano costituiti da oggetti di importazione e di produzione locale. Uno spazio museale è dedicato anche alle testimonianze di età romana e di età medievale.

Ho visto dei vasi
Questo piccolo museo nel centro storico di Gioia Tauro è un gioiello. È una realtà di frontiera, romantica nel suo isolamento. Lavoro di trincea in un territorio spesso dimenticato. Entrando vedrete dei vasi. E poi altri vasi, ed altri ancora. E ognuno di essi racconta una storia, una vita, un mestiere. Ognuna di queste vite, con le sue abitudini e le sue usanze, è un tassello. E questi tasselli, messi insieme, compongono qualcosa di molto più grande di un vaso. Ci raccontano la storia dell’uomo, dei suoi spostamenti, del suo essere un animale inquieto, in continuo movimento. L’arte, come l’uomo, si contamina, diventa meticcia, si rinnova e si tradisce nel corso dei secoli. Questo museo custodisce le prove del nostro passaggio su questa terra, che continuiamo a calpestare, a volte irrispettosamente, a volte restituendo un po’ di bellezza.
AUTORE DI QUESTO FUMETTO
Federico Manzone
Nasce a Cuneo nel 1988. Si diploma in Pittura all’Accademia Albertina di Torino e si trasferisce a Bologna dove frequenta il corso di Linguaggi del Fumetto all’Accademia di Belle Arti. Partecipa alla Biennale del Mediterraneo ad Ancona e nel 2014 è a Bordeaux per una residenza artistica. Nel 2015 si trasferisce qualche mese a Istanbul dove realizza reportage per Graphic News e una storia breve per Internazionale. Il suo graphic novel d’esordio L’ultimo paese (Canicola, 2016), è stato presentato con una mostra delle tavole originali al BilBOlbul. Dal 2017 fa parte di Checkpoint Charly - laboratorio artistico condiviso.
Le opere scelte
Tazza attingitoio
VII secolo a.C. Il vaso d’impasto e tornito è stato rinvenuto tra i corredi funerari di Métauros: è importante poiché testimonia la convivenza tra coloni greci e indigeni che abitavano questo territorio prima del loro arrivo e che, mano a mano, si adeguarono ai loro usi e costumi.
Modellino di biga
550-500 a.C. Questo modellino in bronzo con elementi in ferro costituiva parte del corredo di una sepoltura. La biga, utilizzata solitamente per motivi agonistici, per parate ufficiali o anche come mezzo di trasporto, è un oggetto che spesso gli archeologi hanno ritrovato tra i corredi funebri e la cui riproduzione si ritrova anche sul vasellame ceramico figurato e su decorazioni di edifici.
Anfora calcidese
II metà del VI secolo a. C. Anfora a figure nere con la rappresentazione su entrambe le facce di un auriga su biga con ruote a quattro raggi, trainata da due cavalli. Il vaso è stato attribuito dagli archeologi alla produzione calcidese il cui centro era con molta probabilità la città di Rhegion, odierna Reggio Calabria.
Aryballos (piccolo contenitore per unguenti)
Metà VII secolo a.C. Tra i piccoli vasi che facevano parte dei corredi della necropoli di Métauros, messa in luce nel secolo scorso in località Petra, sono stati rinvenuti molti aryballoi. Questi vasetti, con un unico piccolo manico, generalmente erano decorati con figure di animali e motivi vegetali o geometrici. Gli archeologi, per il tipo di argilla e per il tipo di repertorio decorativo, li considerano in gran parte oggetti provenienti dalla regione greca della Corinzia. L’aryballos raffigurato presenta, sulla spalla e sul dorso, due cani in corsa e intervallati da filetti concentrici, tre cani all’inseguimento di una lepre.
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Luoghi della storia
1
Tazza attingitoio 1
VII secolo a.C.
2
Contenitori per profumi o unguenti in vetro soffiato 2
I-II secolo d.C.
3
Dea con polos (alto copricapo) seduta in trono 3
Metà VI secolo a.C.
4
Aryballos (piccolo contenitore per unguenti) 4
5
Arula (piccolo altare in terracotta) con sfingi alate 5
Metà VI secolo a.C.
6
Vaso plastico a forma di colomba in terracotta 6
Metà VI secolo a.C.
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