Vento è la storia a fumetti che Miguel Angel Valdivia ha ambientato nel Museo Archeologico nel Castello di Baia, uno dei siti del Parco Archeologico dei Campi Flegrei.
Si è alzato il vento. Attraversa terra e mare, soffia forte tra le mura del grande castello. A volte il suo suono è appena un mormorio, altre volte un fischio acuto. Se chiudete gli occhi, se vi mettete in ascolto, vi racconterà cento storie: perché qui nei secoli ha visto schiavi e guerrieri, santi e orfani, ricchi e poveri, uomini che costruivano templi e altri uomini in fuga dal terremoto. Greci, Romani, Aragonesi, Garibaldini… Eserciti e popoli sono passati, ma il vento resta, ritorna sempre e continua a parlare. Chiudete gli occhi. Ascoltate la sua voce.
Il Museo Archeologico è uno dei numerosi siti del Parco Archeologico dei Campi Flegrei e raccoglie, all’interno del Castello di Baia, i reperti provenienti dagli scavi svolti negli antichi centri di Cuma, Pozzuoli, Baia, Miseno e Liternum.
Già dall’età greca tutto questo tratto di costa era un riferimento fondamentale per la navigazione, tanto da ospitare a lungo anche la flotta imperiale di Roma. I commerci che si svilupparono permisero a queste città ricchi arredi, di cui oggi il Museo offre una importante testimonianza, provenienti anche dalle numerose ville che i senatori romani vi costruirono. Una di queste, forse appartenuta a Giulio Cesare, occupava quel promontorio a picco sul mare, lì dove, alla fine del 1400, gli Aragonesi decisero di costruire lo stesso Castello di Baia.
Il panorama che ancor’oggi è possibile godere su tutto il Golfo è la perfetta introduzione alle infinite storie raccontate all’interno delle sale del Museo.