Vulcanalia
Bianca Bagnarelli
Il Parco Archeologico di Pompei
Pompei
Volume 21
Sinossi

Vulcanalia è la storia a fumetti che Bianca Bagnarelli ha ambientato nel Parco Archeologico di Pompei.

È bastato un attimo. Si è allontanata da mamma e papà e adesso non li vede più. Dove saranno finiti? La voce dell’audioguida non l’aiuta. Sembra così viva, l’antica città di Pompei, e piena di gente. Le case, le strade, le donne a passeggio, gli schiavi che puliscono i cortili delle ville. E quel ragazzino della sua età che incide disegni sui muri. Sarà un sogno? Lei lo sa, tutto questo non è reale. Eppure con lui si può parlare: è timido e gentile, la porta a vedere i falò dove si celebrano i riti della festa. Lontano, brontola il vulcano…

Volume 21
Il Parco Archeologico di Pompei

Visitare Pompei è come fare un fantastico viaggio nel tempo. In un battibaleno, il visitatore torna indietro di 2000 anni, al 79 d.C., quando la violenta eruzione del Vesuvio distrusse tutto, sommergendo l’intera città. Ancora oggi turisti da tutto il mondo possono percorrere le vie di Pompei, rivivendo l’atmosfera dell’antica Roma: il foro, centro della vita cittadina; le strade, un tempo solcate dai carri; le domus, le antiche case, adornate di preziosi mosaici e suggestivi affreschi. E ancora i teatri, l’anfiteatro con i gladiatori acclamati dalla folla, le terme, le botteghe, gli edifici pubblici… tutto è rimasto fermo nel tempo. Tutto è magico e affascinante, proprio come allora… benvenuti nel sito archeologico più famoso al mondo!

Una visitatrice dal futuro
Pompei mi è apparsa come un insieme intricato di strade, piazze, vicoli, ma anche come un affresco di tracce, segni, testimonianze di vite passate che sembrano incredibilmente simili alle nostre. Il posto perfetto per perdersi, e per perdere la cognizione del tempo: a Pompei ci si sente catapultati nel passato. Così, mi è venuta in mente l’antica festa dedicata al dio Vulcano che aveva luogo il 23 agosto di ogni anno. I Vulcanalia erano celebrati con un rito: piccoli pesci e altri animali venivano gettati in un grande falò, a simboleggiare la vita di chi compiva il sacrificio, chiedendo di essere ancora una volta risparmiato. Il giorno prima dell’eruzione del 79 d.C si era celebrata la festa, e come ogni anno i Pompeiani avevano eseguito il rito, ignari della sorte che li attendeva.
AUTORE DI QUESTO FUMETTO
Bianca Bagnarelli
È nata a Milano nel 1988. Vive e lavora a Bologna. Dal 2010 si occupa della piccola etichetta indipendente Delebile, che promuove il lavoro di giovani autori di fumetto provenienti da tutto il mondo. Ha pubblicato il libro Fish (Nobrow, 2013), che è stato premiato come “Miglior storia breve” dalla Society of Illustrators di New York. Nel 2014 ha vinto il Premio Nuove Strade e l’anno successivo il Premio Bartoli come “Promessa del fumetto italiano”. Collabora con le sue illustrazioni per The New Yorker, The New York Times, The New York Times Magazine, McSweeney’s, ESPN, NBC, The California Sunday Magazine, Moleskine, Süddeutsche Zeitung Magazin.
Le opere scelte
Anfiteatro
Ci sembra ancora di vederli lì, pronti a combattere, i gladiatori muscolosi e sudati. Sdeng! Sbang! A colpi di spade e di scudo, si cimentavano in lotte all’ultimo sangue... nell’Anfiteatro si tenevano le corse dei carri e i combattimenti dei gladiatori; questi erano gli sport che i romani amavano, e che era possibile vedere lì, come oggi accade allo stadio. Per assistere ai giochi venivano anche dalle città vicine, tanto c’era posto per tutti, più di 20mila sedute! Oggi, l’Anfiteatro di Pompei è visitabile e perfettamente conservato... incredibile se si pensa che è uno dei più antichi del mondo romano.
Thermopolium
Se vi è venuta fame, a Pompei, chiudete gli occhi e immaginate di fermarvi in uno degli 89 thermopolia presenti in città. Cosa erano i thermopolia? Erano una sorta di fast-food dell’epoca. Degli snack bar dove era possibile acquistare un pasto caldo e fare take-away, proprio come accade oggi. I Romani infatti mangiavano spesso fuori casa. I gestori di questi locali avevano dei banconi in muratura a forma di L, ricchi di decorazioni e di ottimi cibi da mangiare. Uno dei più belli è quello di Vetuzio Placido, dove è stato addirittura trovato l’incasso della giornata... Buon appetito!
Teatri
Vogliamo fare un giro a teatro? A Pompei ce ne sono addirittura due: il Teatro Piccolo, dove venivano messi in scena spettacoli musicali e letture di poesie, e il Teatro Grande, per le tragedie e commedie. Per andare allo spettacolo veniva dato una sorta di biglietto, una tessera, che permetteva l’ingresso. Una volta dentro, eccoli, gli splendidi attori, delle vere star. Nelle prime file sedevano le autorità, i cittadini comuni nei posti più distanti. Non esisteva la TV, loro si divertivano così!
Forno
Sentite anche voi questo profumino? Proviene da uno dei tanti panifici di Pompei. Ne sono stati trovati 35. Il pane di Pompei era ottimo, lo mangiavano sia i cittadini di Pompei sia quelli delle città vicine. Nei forni c’erano macine in pietra azionate da schiavi o asini, poverini! Ma il loro lavoro era molto utile; il pane di Pompei era venduto in pagnotte tonde suddivise in spicchi per tagliarlo con maggiore facilità. Volete assaggiarlo? Accomodatevi nella bottega di Popidio Prisco, dove potrete ammirare sia le macine sia il grande forno usato per cucinare le pagnotte.
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Luoghi della storia
1
Casa del Menandro 1
2
Thermopolium di Vetuzio Placido 2
3
Via dell'Abbondanza 3
4
Casa del Criptoportico 4
5
Via di Castricio 5
6
Palestra Grande 6
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